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24. Curvatura di una superficie

Come ricorderete, per le curve nel piano la nozione di curvatura in un punto P ci consentiva di valutare lo scostamento della curva dalla tangente nelle immediate vicinanze del punto considerato cioè lo scostamento dall'andamento rettilineo; in modo analogo la curvatura di una superficie in suo punto P dovrà misurare lo scostamento della superficie dal piano tangente in P nelle immediate vicinanze del punto considerato. Nella figura seguente vedete ad esempio due superfici sferiche: la sfera a destra ha raggio decisamente maggiore di quella a sinistra. Ora si capisce che una grande sfera ha curvatura minore di una piccola sfera. Osservando la figura si capisce infatti che la superficie a destra si scosta meno dal piano tangente, in un intorno del punto P, di quanto non accada per la superficie a sinistra.

Cerchiamo di precisare queste osservazioni di carattere intuitivo. Consideriamo allora una qualsiasi superficie Σ, un punto P di Σ e la retta n normale a Σ in P cioè perpendicolare al piano tangente a Σ in P. Ora ogni piano che contiene la normale n taglia la superficie secondo una curva che prende il nome di sezione normale per P. Le sezioni normali avranno naturalmente una curvatura in P (come curve piane) che varia al variare del piano; si dimostra però che la curvatura delle sezioni normali per P ammette un minimo e un massimo, indichiamoli con k1 e k2, in corrispondenza di due piani tra loro ortogonali. Bene, chiameremo curvatura di Σ in P il numero

k = k1k2

Fate attenzione: k1 e k2 sono curvature in P di oggetti monodimensionali (curve piane) mentre k è, per definizione, la curvatura in P di un oggetto bidimensionale (superficie).





Nella figura a fianco vedete ad esempio un ellissoide; P è un punto della superficie e la retta verde è la normale in P. Tale retta è perpendicolare al piano tangente in P. Intuitivamente il piano tangente alla superficie è il piano che contiene le tangenti ad ogni curva che giaccia sulla superficie e passi per P.

Piano tangente e versore normale in un punto della superficie di un ellissoide


Nota L'equazione dell'ellissoide realizzato con Geogebra è del tipo x2+y2+kz2=a (precisamente: x2+y2+0.5z2=10). Posto f(x,y,z)=x2+y2+kz2, un vettore n normale alla superficie in un punto P dell'ellissoide è dato dal gradiente ∇f=<∂f/∂x, ∂f/∂y, ∂f/∂z> calcolato in P. Quindi n=<2x, 2y, 2kz>.





Nella figura a fianco vedete alcuni dei piani passanti per la normale (potete pensare dinamicamente ad un piano che ruota attorno alla normale). Ogni piano determina sulla superficie una sezione normale.

Sezioni normali ellissoide

Sezioni normali ellissoide (animazione)

Le due curve evidenziate in arancione nella figura a fianco sono le due sezioni normali di curvatura in P rispettivamente minima e massima. La curva γ1 ha raggio di curvatura massimo in P, indichiamolo con r1, quindi ha curvatura minima k1=1/r1; la curva γ2 ha raggio di curvatura minimo in P, indichiamolo con r2, quindi curvatura massima k2=1/r2. Come vedete, le due curve si trovano su piani ortogonali. Si intuisce che le curve sezione, in figura ne vedete altre due in viola, hanno il raggio di curvatura che varia con continuità tra r2 e r1 (tra il minimo e il massimo). Osservate inoltre che le due curve sezione evidenziate volgono la concavità entrambe verso il basso rispetto alla normale orientata come in figura; ne consegue che i raggi di curvatura r1 e r2 hanno entrambi segno negativo (perché il centro di curvatura si trova sulla semiretta negativa della normale orientata come in figura e con origine in P) e quindi la curvatura k=1/(r1r2) in P è positiva. Orientando la normale nell'altro modo possibile avremmo naturalmente ancora un valore positivo per k. Per qualsiasi punto P dell'ellissoide la curvatura, pur variando, rimane sempre positiva; potete rendervi conto, applicando la definizione, che se il punto P si sposta sulla sommità dell'ellissoide allora la curvatura della superficie aumenta perché diminuiscono i raggi di curvatura r1 e r2.

Nel caso di una superficie sferica di raggio r si ha invece che tutte le sezioni normali, per qualsiasi punto P, sono uguali; sono infatti circonferenze massime di curvatura 1/r (tenete presente che il piano tangente è perpendicolare al raggio della sfera per P, quindi la normale n passa per il centro della sfera); ne segue che la curvatura della superficie è ovunque uguale a 1/r2 ed è sempre positiva. La superficie sferica ha curvatura costante positiva.

Consideriamo ora la superficie a sella della figura seguente; si tratta della superficie di equazione z=xy, l'abbiamo tracciata con Derive. Sono evidenziate in rosso le due curve, sono due parabole, che ci consentono di valutare la curvatura della superficie in P. Ora attenzione: la prima è la sezione normale che ha curvatura massima, in valore assoluto, tra quelle che volgono la concavità verso il basso rispetto all'orientamento di n (il raggio di curvatura, chiamiamolo r1, è negativo perché il centro di curvatura si trova sulla normale al di sotto di P); la seconda è la sezione normale che ha curvatura massima tra quelle che volgono la concavità verso l'alto (il raggio di curvatura, chiamiamolo r2, è positivo perché il centro di curvatura si trova sulla normale al di sopra di P). Poiché k=1/(r1r2) segue che la curvatura k è negativa in P.

Alla luce di quanto detto, è facile capire se una superficie ha curvatura positiva o negativa in un punto P: nel primo caso tutte le sezioni normali per P volgono la concavità dalla stessa parte rispetto alla normale, comunque orientata, mentre nel secondo le sezioni normali volgono la concavità sia da una parte che dall'altra.

Piano tangente e versore normale in un punto di una superficie a sella (paraboloide iperbolico)

Sezioni normali di una superficie a sella (paraboloide iperbolico)

Animazione sezioni normali di una superficie a sella (paraboloide iperbolico)



Esaminiamo il caso di superfici che abbiano in un punto curvatura nulla. Un piano, è chiaro, ha curvatura nulla in tutti i suoi punti. Le sezioni normali sono infatti delle rette e hanno curvatura nulla in ogni punto. Più interessante è il caso di un cilindro (senza basi): anche la sua superficie ha curvatura nulla in ogni punto. Nella figura a fianco vedete una superficie cilindrica e, evidenziate in arancione, le due sezioni normali ortogonali per il punto P che ci interessano; la sezione orizzontale è una circonferenza ed ha curvatura massima k1, quella verticale è una retta ed ha curvatura minima k2=0. Ne segue che la curvatura della superficie in P è k=k1k2=0. Probabilmente vi sembrerà strano che la superficie cilindrica, che siamo abituati a considerare una superficie curva, sia in realtà una superficie che "tecnicamente" ha curvatura nulla in tutti i suoi punti. Ma le cose stanno proprio così: il fatto è che un cilindro non è altro che un piano arrotolato. Riflettete sul fatto seguente: possiamo avvolgere un cilindro con un foglio di carta operando una flessione del foglio senza lacerazioni; non possiamo fare la stessa cosa con la superficie di una sfera, di un ellissoide o di un toro.

Sezioni normali cilindro



Domanda Immaginate di avere un sottile foglio di gomma e di premere leggermente con un dito, dal di sotto, in modo da creare una specie bolla, come vedete nella figura a destra. Il foglio, prima della deformazione, ha curvatura nulla in tutti i suoi punti. Cosa si può dire dopo la deformazione? Pensate che siano stati creati sia punti a curvatura positiva che punti a curvatura negativa? Sapete indicare punti a curvatura positiva e punti a curvatura negativa?

[Soluzione. Vengono creati punti sia a curvatura positiva (ad esempio quelli alla sommità della bolla) sia a curvatura negativa come ad esempio il punto della figura a fianco (sono visualizzate due sezioni normali, la prima volge la concavità verso l'alto rispetto all'orientamento della normale, la seconda verso il basso). Le figure sono state generate con Derive, l'equazione della superficie è z=e^(-x^2-y^2).]


Domanda Immaginate di praticare un foro in una superficie sferica immersa nella spazio tridimensionale e di penetrarvi all'interno (vedi figura). Pensate che la curvatura della sfera "vista dall'interno" sia curvatura negativa? Da un punto di vista intrinseco ha senso parlare di interno e esterno di una superficie sferica? O, se volete, un essere bidimensionale sarebbe in grado di percepire la differenza tra interno e esterno?

[Soluzione. La curvatura è naturalmente la stessa ed è positiva. Da un punto di vista intrinseco non c'è differenza tra interno e esterno. La figura è stata generata con Derive, impostando coordinate sferiche e tracciando il grafico relativo alle equazioni parametriche (vettoriali) [1, s, t], facendo variare s tra π/10 e 2π - π/10 e t tra π/10 e π - π/10.]


Osservate infine il toro della figura a fianco: è facile rendersi conto che ci sono sia punti in cui la curvatura è positiva sia punti in cui la curvatura è negativa (e, si potrebbe dimostrare, esistono punti anche a curvatura nulla). L'esistenza di regioni sia a curvatura positiva che a curvatura negativa ha delle implicazioni fondamentali per la geometria sulla superfice: nelle regioni a curvatura positiva la geometria sarà di tipo ellittico (somma degli angoli di un triangolo maggiore di π), nelle regioni a curvatura negativa sarà di tipo iperbolico (somma degli angoli di un triangolo minore di π).




Domanda Sapete indicare i punti della superficie di un toro in cui la curvatura è nulla? Fatevi guidare dall'intuizione.

[Soluzione. Consideriamo il toro della figura a fianco: è visto dall'alto. Tagliamo la superfice lungo la circonferenza evidenziata in rosso e lungo la circonferenza simmetrica e sottostante (non visibile in figura). Il toro iniziale, che non ha bordi, si spezza in due superfici che hanno per bordi proprio le due circonferenze.





Vedete le due superfici nella figura a fianco; la prima rappresenta la regione del toro i cui punti hanno curvatura negativa (escludendo i bordi), la seconda la regione del toro i cui punti hanno curvatura positiva (di nuovo escludendo i bordi). Possiamo ora affidarci all'intuizione e ragionare così: poiché la curvatura varia con continuità sulla superficie passando da valori negativi a valori positivi, devono esistere dei punti di confine in cui la curvatura si annulla. Tali punti di confine sono proprio i due bordi; quindi i punti che hanno curvatura nulla sono i punti delle due circonferenze evidenziate in rosso. Le figure sono state generate con Derive, utilizzando le equazioni parametriche di un toro (comando torus).]



Piano tangente e versore normale in un punto di una superficie torica


Sezioni normali di una superficie torica