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Home Attività 1 - Le trasformazioni lineari del piano Una trasformazione lineare del piano, chiamiamola t, è definita dalle equazioni x' = ax + bycon ad - bc non nullo e trasforma il punto P = [x, y]nel punto t(P) = [x', y'] = [ax + by, cx + dy]. La forma più conveniente per esprimere tale trasformazione è quella matriciale; ecco il foglio di lavoro di Derive Nota che alla riga #3 il trasformato del punto P è ottenuto moltiplicando la matrice M (matrice quadrata 2x2) per il vettore [P sub 1, P sub 2] che va considerato come matrice colonna (matrice 2x1). Ricorda che l'operatore SUB di Derive serve ad estrarre le componenti di un vettore: P sub 1 è la prima componente di P, P sub 2 la seconda. La riga #5 si ottiene semplificando la #4.
Mostriamo che la condizione ad - bc x' = ax + by nelle incognite x e y ammette una e una sola soluzione comunque si scelga il punto [x', y']; procedendo con Derive Come vedi alla riga #10, la soluzione esiste ed è unica se e solo se il denominatore ad - bc è diverso da zero o, equivalentemente, il determinante di M è diverso da 0; ricorda infatti che Osservazione 1 Ti sei dunque reso conto che ogni trasformazione lineare del piano individua una matrice con det(M) ![]() ![]() Esperimento 1 Applica la trasformazione lineare individuata dalla matrice al quadrato individuato dai vertici P1=[1, 1], P2=[1, 2], P3=[2, 2], P4=[2, 1]. Cosa osservi? (Procedi da solo prima di leggere quanto segue.) ![]() Ecco il codice di Derive E questa è la rappresentazione grafica relativa alle righe #18 e #25 (il quadrato e il suo trasformato) Per quanto concerne il codice di Derive, osserva che alla riga #24 abbiamo utilizzato il comando VECTOR(t(P), P, quadrato)
per generare i vertici della figura trasformata. Puoi interpretare il comando così: genera il vettore dei punti t(P) al variare di P nel vettore quadrato (quadrato è un vettore di vettori, ti è chiaro?). allo stesso quadrato dell'esperimento precedente. Cosa osservi? ![]() Ecco il codice di Derive E questa è la rappresentazione grafica relativa alle righe #18 e #30
Notiamo che questa volta la trasformazione, la cui matrice ha determinante positivo, non ha mutato l'orientamento della figura: quadrato e parallelogramma (cioè il trasformato) hanno entrambi i vertici che si susseguono in senso orario. Si potrebbe dimostrare in generale che se una trasformazione lineare ha matrice con determinante positivo conserva l'orientamento mentre se ha matrice con determinante negativo lo inverte. E' facile calcolare anche stavolta l'area della figura trasformata: è 4. Si potrebbe dimostrare che, in generale, l'area della figura trasformata è uguale all'area della figura di partenza per il valore assoluto del determinante della matrice M che individua la trasformazione. ![]() Si tratta in ogni caso di trasformazioni lineari. Le equazioni della simmetria rispetto all'asse delle x sono x' = xquindi si ha a=1, b=0, c=0, d=-1 e la matrice della trasformazione è La matrice della simmetria rispetto all'asse delle y è La matrice della simmetria rispetto all'origine è
Nota che i determinanti delle tre matrici sono tutti non nulli (quindi è verificata la condizione di biunivocità) e rispettivamente valgono -1, -1 ed 1 in accordo col fatto che le simmetrie non alterano l'area; inoltre le simmetrie rispetto agli assi invertono l'orientamento mentre la simmetria rispetto all'origine lo conserva.
![]() Verifichiamo che una generica trasformazione lineare ha l'origine come punto unito Una simmetria rispetto all'asse delle x lascia "fermi" tutti i punti dell'asse delle x, cioè tutti i punti del tipo [x, 0]. Verifichiamolo
Ecco quindi un esempio di trasformazione lineare che ha infiniti punti uniti. Una traslazione, se si esclude quella le cui componenti siano entrambe nulle, non ha invece punti uniti perchè, come sai, "muove" tutti i punti del piano. Quindi una traslazione (di vettore non nullo) non è mai una trasformazione lineare.
x' = x + p
non sono riconducibili a quelle che definiscono una trasformazione lineare. E' solo una questione terminologica che deve però esserti ben chiara. ![]() Qui vedi le due figure Osserva che sono verificate due condizioni necessarie affinchè esista una trasformazione lineare: l'origine è un punto fisso e si conserva il parallelismo. Se la trasformazione esiste ci aspettiamo inoltre che la sua matrice abbia determinante positivo, uguale a 4 (perchè?). Ecco il codice di Derive Osserva che le quattro equazioni della riga #52 equivalgono in realtà ad otto equazioni algebriche ordinarie; ad esempio l'equazione t(P3) = Q3equivale a [a·1 + b·1, c·1 + d·1] = [4, 2]e quindi, dovendo coincidere sia le prime componenti sia le seconde, equivale alle due equazioni simultanee a + b = 4 ![]() Esperimento 6 Considera, utilizzando le solite equazioni, la corrispondenza di matrice e applicala al quadrato dell'esperimento 5. La matrice, come vedi, ha determinante nullo. Cosa si può dire, sul piano geometrico, della corrispondenza? ![]() E questa è la rappresentazione grafica del quadrato e del suo trasformato Questa volta la corrispondenza non è biunivoca: il quadrato degenera in un segmento. Ogni punto del piano viene trasformato in un punto della retta r individuata dai punti t(P1) e t(P2). Tutti i punti del piano "collassano" nella retta r. Se un punto appartiene ad r è immagine di infiniti punti del piano, se non appartiene ad r non è immagine di alcun punto del piano. Puoi verificarlo facilmente. Scegli un punto a piacere della retta r, ad esempio il punto Q = [3/2, -3/4], e determina tutti i punti del piano che hanno per immagine Q. Ecco il codice
Come vedi gli infiniti punti della forma [x, (3 - 2x)/4], cioè tutti i punti della retta y = (3 - 2x)/4, hanno per immagine Q. Prova ora tu a verificare che un punto non appartenenete ad r non è immagine di alcun punto del piano.
Cosa puoi dire della trasformazione? ![]() Proviamo a trasformare un generico punto [x, y]. Ecco il codice
Come vedi, ogni punto del piano viene trasformato in se stesso o, se vuoi, ogni punto del piano è punto unito. Si tratta della trasformazione che in realtà non trasforma nulla: prende il nome di trasformazione identica o identità. La matrice I si chiama matrice unità o matrice identica. Ti renderai conto nel seguito che la nozione di trasformazione identica è molto comoda.
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Versione di Derive utilizzata 6.10 p.lazzarini@tin.it |