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Attività 7 - Isometrie e similitudini
Nell'attività 3 abbiamo studiato le isometrie lineari cioè le isometrie che fissano l'origine. In generale, però, un'isometria non lascia fissa l'origine: vogliamo ora occuparci del caso generale. Un'isometria trasforma naturalmente rette in rette ed è quindi un caso particolare di trasformazione affine. D'altra parte una trasformazione affine, lo sappiamo, si ottiene componendo una trasformazione lineare t e una traslazione; ora, affinchè una trasformazione affine conservi le distanze, è evidentemente necessario (e sufficiente) che le conservi la trasformazione t. E ciò significa che la matrice M della trasformazione t deve essere ortogonale. Siamo dunque in grado di enunciare un teorema fondamentale sulle isometrie del piano: ogni isometria del piano è una trasformazione della forma
dove la matrice è ortogonale. Tenendo conto dell'osservazione 2 dell'attività 3, rimane anche dimostrato che un'isometria del piano è della forma
Nel primo caso si tratta di una rotazione attorno all'origine di un angolo seguita da una traslazione di vettore [p, q]; nel secondo caso di una simmetria rispetto ad una retta per l'origine formante un angolo con l'asse delle x seguita dalla solita traslazione di vettore [p, q]. Nel primo caso l'isometria è diretta e si ha det(M)=1, nel secondo l'isometria è indiretta e si ha det(M)=-1.
con a2+b2 non nullo. Nel primo caso la similitudine è diretta, nel secondo indiretta.
Considera il triangolo ABC con A=[1, 1], B=[1, 3], C=[2, 1] e il triangolo DEF con D=[-1, -2], E=[-3, -2], F=[-1, -3]. Determina la trasformazione affine che muta il primo nel secondo e verifica che si tratta di un'isometria indiretta.
Ecco figura e codice Abbiamo dunque individuato la trasformazione: la matrice è M (riga #26) e il vettore v=[0, -1]. Poichè si tratta di un'isometria indiretta le sue equazioni sono
e quindi cos(2)=0 e sin(2)=-1, da cui segue 2=3/2, =3/4. Ti rendi conto allora che l'isometria consiste in una simmetria rispetto alla bisettrice del secondo e quarto quadrante seguita dalla traslazione verticale di una unità verso il basso (perchè p=0 e q=-1). Considera il triangolo ABC con A=[1, 1], B=[1, 3], C=[2, 1] e un segmento DE a tuo piacere. Trasforma per similitudine il triangolo in modo che il lato AB vada in DE. Hai una sola possibilità? Ci sono due possibilità: trasformare il triangolo mediante una similitudine diretta oppure indiretta. Ecco figure e codice
Osserva che i due possibili triangoli trasformati sono simmetrici rispetto al lato DE, come era da aspettarsi.
Considera il solito triangolo ABC con A=[1, 1], B=[1, 3], C=[2, 1]. Ruota il triangolo di 45° gradi in senso orario attorno al vertice A. Qui, attento, abbiamo una rotazione rispetto ad un punto A diverso dall'origine. Poichè una rotazione rispetto ad un punto diverso dall'origine equivale ad una rotazione rispetto all'origine (di stessa ampiezza) seguita da un'opportuna traslazione, l'equazione matriciale della trasformazione è (se non sei convinto vai a vedere l'attività con Cabri Rotazioni del piano: una proprietà). Nel nostro caso si ha =-/4, dobbiamo determinare il vettore v=[p, q]. Per determinare v sfrutteremo il fatto che il punto A deve essere unito. Ecco codice e figure Esperimento 4 Considera il solito triangolo ABC con A=[1, 1], B=[1, 3], C=[2, 1]. Simmetrizza il triangolo rispetto alla retta r di equazione y=-1/2x+1. Qui, attento, abbiamo una simmetria rispetto ad una retta non passante per l'origine. Poichè la simmetria rispetto ad una retta r non passante per l'origine equivale alla simmetria rispetto alla retta r' parallela ad r e passante per l'origine seguita da un'opportuna traslazione, l'equazione matriciale della trasformazione è (se non sei convinto vai a vedere l'attività con Cabri Simmetrie assiali: una proprietà). Nel nostro caso si ha =atan(-1/2), dobbiamo determinare il vettore v=[p, q]. Per determinare v sfrutteremo il fatto che un punto qualsiasi di r deve essere unito, ad esempio il punto [0, 1]. Ecco codice e figure Esperimento 5 Nell'esperimento 3 dell'attività 4 hai verificato che una similitudine lineare t di matrice conserva la direzione cioè trasforma una qualsiasi retta r in una retta r' parallela ad r o coincidente con r. Ne segue che anche una similitudine di equazione conserva la direzione perchè ottenuta componendo t con una traslazione (come sai, le traslazioni conservano la direzione e componendo due trasformazioni che conservano la direzione si ottiene, evidentemente, una trasformazione che conserva la direzione). Dimostra che una trasformazione di questo tipo ha, se a1, uno e un solo punto unito. Qual è il significato geometrico del punto unito? Fai degli esperimenti. Ecco il codice
Osserva che, dopo aver definito la similitudine s(P), si cerca la soluzione dell'equazione vettoriale lineare s(P)=P in cui l'incognita è il vettore P=[x, y]. Se a1, la soluzione esiste ed è unica (riga #8). Se invece a=1, la similitudine s(P) si riduce alla traslazione di vettore v e non ha quindi punti uniti a meno che non sia v = [p, q] = [0, 0] nel qual caso si ha la trasformazione identica per cui ogni punto del piano è punto unito (vedi l'esperimento 7 dell'attività 1).
Ti rendi conto che comunque si scelga il punto A (purchè non coincida con U), i punti U, A e s(A) sono allineati, inoltre la distanza di s(A) da U è uguale a 2 volte la distanza di A da U.
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Ultimo aggiornamento novembre 2006 Versione di Derive utilizzata 6.10 p.lazzarini@tin.it |